La gestione del tempo (vedi qui) non ha significato senza queste due parole: efficace ed efficiente.
Sono due parole che senti usare spesso, a volte indifferentemente, come se avessero quasi lo stesso significato. Sono anche due parole in grado, a volte, di generare in te un discreto senso di oppressione ed inadeguatezza, a volte in grado invece di spronarti; dipende dal contesto, da come sei e da chi ti tocca frequentare (¬‿¬).
Esistono anche modi di dire comuni: si usa dire “una persona efficiente”, “un metodo efficace”. Ma potrei dire “una persona efficace” o “un metodo efficiente”?
La risposta è sì, però bisogna stare attenti perché il significato cambia.
Faccio un esempio: supponiamo che debba andare ad un appuntamento importante e di non avere molto tempo a disposizione.
Sono appena scesa all’opportuna fermata dell’autobus ma non ho le idee ben chiare sulla strada che dovrei fare per raggiungere la mia destinazione. L’appuntamento è importante e non voglio fare tardi; non ho molto tempo a disposizione, ma ho una discreta conoscenza della zona e, nella mia testa, la mia destinazione è chiara, ossia ho visualizzato bene il posto che devo raggiungere.
Pressata dal tempo inizio a camminare nella direzione che presumo sia corretta.
“Va bene, adesso devo girare a destra (zig), ora prendo a sinistra e arrivo in quella strada che conosco bene (zag). Ops, non sono in quella strada… e ora? Provo ad andare dritto, forse è la parallela (zig). Ma non è neanche la parallela, va bene, vado a destra (zag).”
Pressata dal tempo inizio a temere di girare a vuoto, di essermi persa, sento caldo e sono stanca. Ma dove mi trovo? Inizia ad affacciarsi la frustrazione, temo di arrivare in ritardo all’appuntamento e, sopraffatta dai miei pensieri negativi, che non arriverò mai, dove non so, mai da nessuna parte (⊙_⊙;) !
Con gli occhi fuori dalle orbite chiedo ad un passante di aiutarmi; fortunatamente conosce la zona e mi indica la strada.
Questo è un comportamento che possiamo definire efficace? Si, la destinazione è facile che riesca a raggiungerla, al netto di qualche doverosa riflessione sul tempo impiegato e sui chilometri percorsi. Perché l’efficacia è la capacità di “fare le cose”, ossia di raggiungere gli obiettivi.
Questo è un comportamento che possiamo definire efficiente? Forse no, se il mio procedere a zig-zag è caparbio, perseverante, se faccio passare molto tempo prima di chiedere al buon passante. L’efficacia, in questo caso, valuta proprio il tempo perso ed i chilometri che percorro inutilmente per arrivare alla meta. Efficacia vuol dire fare le cose nel modo più “economico” possibile, in termini di tempo, energia e costi.
Immaginami ora nella stessa situazione di prima ma mentre metto in atto un altro possibile comportamento: invece di mettermi subito a camminare, immaginami ferma a riflettere appoggiata alla palina della fermata dell’autobus. A valutare il tempo a mia disposizione e quanto mi sento in grado di arrivare a destinazione senza vagare inutilmente per le vie. Dopo un minuto di riflessione, che prevede anche la contemplazione del cielo azzurro e la percezione della brezza fresca sul mio viso, immaginami tirare fuori il cellulare e impostare il navigatore. E, dopo qualche considerazione sul percorso tracciato, rimanere un altro po’ appoggiata alla palina a guardare il cielo.
Può essere considerato un comportamento efficace? Si, perché sicuramente arriverò alla mia meta.
È anche efficiente? Si, perché il tempo impiegato all’inizio per impostare il navigatore e guardare il cielo lo recupererò procedendo spedita verso la meta, senza vagare inutilmente per le strade del quartiere. Arriverò probabilmente meno stanca e accaldata e sicuramente mi sarò sentita meno ansiosa e frustrata.
Con un ringraziamento da parte della mia psiche.
La pianificazione fa risparmiare tempo all’esecuzione.
Me stessa
L’esempio che ho usato è abbastanza banale e non rappresenta bene le difficoltà che ci potremmo trovare a fronteggiare quotidianamente. Potrebbe, infatti, essere difficile trovare la via efficace ed efficiente per raggiungere un risultato piuttosto complesso o non ben definito. Se questo obiettivo complesso non può essere scomposto in sotto-obiettivi più conosciuti e più facili da raggiungere, può darsi che l’unica strada sia quella di procedere per prove ed errori.
Questo, purtroppo, è il prezzo dell’esperienza. Va da sé che, in questa situazione, all’inizio non saremo efficienti e, temo, neanche efficaci, ma poi impareremo.
In casi come questi, ossia quelli complicati, credo che sia conveniente incamminarsi lentamente verso la meta per riuscire a vedere meglio il nostro punto di arrivo, provvedendo, man mano, ad eliminare i comportamenti che si sono rivelati inutili e a perseverare su quelli che ci hanno fatto fare qualche progresso.
Possibilmente senza scoraggiarsi.